La Cannondale rifà il look alla sua Jekyll
La Cannondale ha rivisto a fondo uno dei modelli di mtb più conosciuti e apprezzati dai biker italiani: la Jekyll.
Avrà 150 mm di escursione e segna una nuova era nelle mtb da all mountain e oltre della Cannondale. Il sistema di sospensione è di tipo pull-shock, ossia l’ammortizzatore, quando riceve una sollecitazione, si estende anziché comprimersi grazie a un leveraggio differente della sospensione.
La grande novità, però, è l’introduzione dell’Attitude Adjust Suspension, ovvero una sospensione che modifica il suo comportamento e la geometria del telaio in base alla necessità del biker. I settaggi possibili sono due: Elevate per la salita e flow per la discesa. Cosa cambia? Tutto. E com’è possibile ciò? Grazie a due ammortizzatori in uno: ognuno dei due ha un compito diverso ed entra in azione solo quando il biker lo decide, tramite un comando remoto. Si attiva una valvola che consente il funzionamento all’ammortizzatore con più volume d’aria o con più volume d’olio.
Il comportamento cambia in maniera netta, al punto che anche l’altezza da terra del movimento centrale ne risulta modificata. Inoltre, questo sistema disegnato da Peter Denk e costruito dalla Fox, consente la regolazione indipendente del rebound per le posizioni Elevate e Flow e tramite una sola valvola positiva si può decidere il Sag della sospensione.
Avviando la modalità Elevate, il Sag si riduce di un 40% e ne consegue un’alterazione efficace della geometria e dell’assetto in sella per la salita. In modalità Flow, invece, il Sag ritorna al valore reimpostato e la geometria consente una migliore handling grazie all’abbassamento del movimento centrale di almeno un centimetro.
Si può optare per due valori di Sag: 30% per chi preferisce un assetto più da salita, oppure 36 per chi predilige la discesa. Fra i vantaggi di questo schema c’è soprattutto la costruzione pull shock dell’ammortizzatore, che consente minori interventi di manutenzione e rende possibile la variazione della curva di compressione in maniera ottimale in base alla modalità di uso.
Ma c’è di più. La fibra ad alto modulo è fantastica per rigidità, ma in caso di urto si rivela molto fragile. Dunque, ecco che sulla Jekyll si ricorre alla fibra BallisTec ( di derivazione militare), che abbina una grande resistenza a una elevata capacità di dissipare le’energia degli urti con oggetti quali sassi o rocce. Questo ha consentito sia di arrivare a un telaio molto leggero, sia di raggiungere livelli di solidità notevoli, soprattutto per il tubo obliquo, solitamente il più esposto.
Il comportamento della Jekyll sarà caratterizzato anche dalla Central Stiffness, ossia la capacità di reagire in maniera istantanea ai cambiamenti di direzione. E in sella è un dettaglio ben avvertibile.
A incrementare questa sensazione di grande reattività, c’è anche l’asse passante di 12 mm.
Insomma, preparatevi a cancellare la vecchia idea di Jeckyll che avevate in mente. La nuova, è tutta un’altra cosa!